Dott.Lorenzo Proietti
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Le fratture di femore sono le fratture più frequenti tra la popolazione anziana, particolarmente gravi possono mettere in serio pericolo di vita il paziente, per questo necessitano di un intervento tempestivo e di una attenta gestione peri-operatoria.
Questo tipo di frattura si verifica spesso a causa di traumi di modesta entità: la situazione più frequente consiste nella caduta accidentale di un individuo anziano, favorita: dalla riduzione della forza muscolare, da calzature non adatte, da irregolarità del terreno, da un improvviso giramento di testa legato a un disturbo del ritmo cardiaco. Altre volte l’anziano cade in seguito alla rottura spontanea del collo femorale osteoporotico. Le fratture di femore tendono ad essere più frequenti nella popolazione femminile perche spesso più affetta da osteoporosi. Negli ultimi anni è stato dimostrato come il fattore tempo sia fondamentale nel trattamento chirurgico di questa patologia, numerosi protocolli regionali si sono concentrati sul trattamento delle fratture di femore entro 48 ore per ridurre al minimo le possibili gravi complicanze legate a queste fratture. E’ bene ricordare infatti che l’intervento chirurgico rappresenta l’unica soluzione per la frattura di femore, soprattutto negli anziani.
Il sintomo più comune della frattura di femore è il dolore nella regione inguinale associato ad un arto accorciato ed extrarotato. Il paziente non sarà in grado di camminare o poggiare il piede per terra. Spesso le fratture di femore possono avvenire anche per traumi banali o in maniera totalmente atraumatica nei pazienti con grave osteoporosi. Alcune fratture mediali del femore possono dare una sintomatologia molto più lieve con riduzione della deambulazione, malessere generale e dolore diffuso a tutto l'arto inferiore, fondamentale quindi nei pazienti anziani non trascurare questi sintomi.
Le fratture di femore si differenziano nelle fratture mediali, che necessitano di un intervento sostitutivo (protesi d’anca in caso di paziente attivo e deambulante) o endoprotesi in caso di paziente allettato e non deambulante) ed in quelle laterali o pertrocanteriche che si trattano con osteosintesi con chiodo endomidollare. L'anestesia solitamente è un anestesia spinale od un blocco periferico dell'arto inferiore da trattare per minimizzare l'utilizzo dei farmaci sopratutto nei pazienti anziani.
Secondo il protocollo HIP ATTACK, lo studio pubblicato su Lancet, intervenire in urgenza, entro 6 ore dalla diagnosi della rottura del femore, significa migliorare il benessere del paziente e garantire una sopravvivenza maggiore a breve e a lungo termine.
Le fratture di femore possono portare a numerose complicanze come il sanguinamento, la formazione di emoboli grassosi ,tuttavia la complicanza più frequente è sicuramente l’allettamento che nelle persone anziane deve essere assolutamente evitato in questo può determinare gravi polmonti, piaghe da decubito e severi problemi cardiocircolatori.
Per scongiurare tutte complicanze più severe come l'allettamento e favorire una rapida riabilitazione le fratture di femore devono essere trattate il prima possibile, cercando di non superare mai le 48 ore.
La riabilitazione deve iniziare il giorno dopo l’intervento chirurgico il paziente dovrà essere immediatamente mobilizzato per recuperare la deambulazione e l’ articolarità dell’anca fino a riportarlo quando possibile ad una sua indipendenza. Scopo del trattamento delle fratture di femore è riportare il paziente ad una condizione simile a quella precedente il trauma.
Domande frequenti:
Il femore è l’osso più grande del corpo umano. A seguito di una frattura di femore il paziente avvertirà subito un dolore acuto che renderà impossibile la deambulazione.
L'arto inferiore si presenterà accorciato ed in posizione di extrarotazione. In questo caso va immediatamente contattato l’ortopedico per effettuare una diagnosi corretta e programmare un trattamento chirurgico tempestivo.
La frattura di femore è considerata una vera urgenza ortopedica, in quanto può mettere il paziente in pericolo di vita per via dell’età solitamente avanzata dei pazienti, dell’importante sanguinamento dato dall’osso fratturato che può determinare scompensi cardiocircolatori ed infine per via dalla necessaria immobilizzazione a letto che nel paziente anziano può determinare una sindrome da allettamento.
Subito dopo la frattura il paziente con il femore rotto non è in grado di camminare per questo motivo l’intervento chirurgico si rende necessario il prima possibile proprio per ridurre al minimo il tempo di immobilizzazione, dopo l’intervento il carico sarà concesso immediatamente (se il paziente verrà sottoposto ad intervento di protesi d’anca) e dopo alcuni giorni se il paziente verrà sottoposto ad intervento di chiodo endomidollare. Lo scopo principale dell’intervento chirurgico di frattura di femore è permettere al paziente di camminare il prima possibile evitando cosi l’allettamento.
La guarigione della frattura di femore dipende da innumerevoli fattori, il tipo di frattura, la qualità ossea del paziente (osteoporosi), l’età del paziente e le sue condizioni cliniche generali.
Il percorso di riabilitazione seguirà infatti un ciclo di almeno 3-4 settimane in clinica riabilitativa che si protrarrà nei mesi successivi. In definitiva, possiamo affermare che i tempi medi di guarigione del femore rotto vanno stimati intorno ai 4-6 mesi.
Purtroppo i tempi di guarigioni non sono standard ed i pazienti possono avere una ripresa clinica in tempi variabili, scopo del trattamento ortopedico è quello di consentire al paziente una mobilizzazione ed un inizio della fisioterapia in tempi rapidi.